Jean Paul Sartre

M’è accaduto qualcosa, non posso più dubitare. E’ sorta in me come una malattia, non come una certezza ordinaria, non come un’evidenza. S’è insinuata subdolamente, a poco a poco; mi sono sentito un po’ strano, un po’ impacciato, ecco tutto. Una volta installata non s’è più mossa, è rimasta cheta, ed io ho potuto persuadermi che non avevo nulla, ch’era un falso allarme. Ma ecco che ora si espande.” Jean-Paul Sartre “La Nausea”, Gli Oscar maggio 1965, p. 13.

Se immaginiamo per un momento che tutte le cose di questo mondo, pure gli altri esseri umani, tutto l’essere che costituisce il nostro “in sé”, ci trascendano da un nostro “per sé” però reso nullo, ossia che per cogliere nell’”in sé per sé” della nostra coscienza tutto l’”in sé” dell’essere, per farlo, ci sia bisogno di una discontinuità, di una fessura dentro noi stessi e questa sia nulla e che si bisogni ogni volta ricorrervi per potervi compiere quella sintesi, allora per avere percezione dei fenomeni al di fuori di noi dovremmo andare in uno sforzo continuo oltre il nulla della nostra coscienza e quindi oltre noi stessi. Infatti:

“L’essere della coscienza non coincide con sé stesso, la presenza a sé sta a indicare una impalpabile fessura, che cosa separa il soggetto da sé stesso, nulla. Questo perché si possa avere coscienza di sé presenza a sé. In seno alla coscienza vi deve essere una distanza, perché questa possa essere coscienza di sé. La coscienza per essere tale non deve essere l’essere in sé, ma per essere tale deve essere nulla.” lib. Tratto da “Essere e il nulla” di Jean-Paul Sartre.

Allora se per un attimo ci estraniamo dalla vita di tutti i giorni, da tutte quelle faccende che tutte le persone svolgono attorno a noi quasi come delle marionette, il rischio è di sentirci come annichiliti in noi stessi in una sorta di Nausea irrisolvibile, in quanto è la realtà stessa che dà corpo alla nostra coscienza, dentro di noi non vi è null’altro, come svuotati, vittime della libertà della nostra esistenza, di un futuro minaccioso. Il passato e il futuro svaniscono per cadere in un eterno presente. Una nausea strana ci impadronisce e ci fa vedere il mondo come un qualcosa di estraneo, che non ci appartiene, quasi su di una pellicola di un Film.

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